★★★☆☆1/2
Il bel sequel di Dragon Trainer, con ammiccamenti ad Avatar e al Totoro di Miyazaki |
Guardando all’universo della Pixar è possibile in qualche modo catalogare i vari film dello studio all’interno di un percorso coerente fatto di genialità artistiche e narrative: una missione, quella perseguita dalla idolatrata filiale della Disney, fondata a partire da dei principi cardine già ampiamente regolati dal meraviglioso Toy Story di John Lasseter. Ben diverso (e oseremmo dire tortuoso) invece il discorso impostato dalla DreamWorks di Steven Spielberg e Jeffrey Katzenberg, una casa che insegue un successo più immediato e fruibile (commerciale se vogliamo) adeguando e rielaborando materiale già ampiamente testato, spesso dalla concorrenza -lampante l’esempio di Shark Tale arrivato poco dopo Alla ricerca di Nemo-, che alterna cartoon ispirati (pochi) ad altri decisamente poco ambiziosi. I film di DreamWorks non hanno mai avuto, se non nel caso di Shrek, la carica emotiva e sognante della concorrenza di Lasseter e soci, per quanto alcuni tentativi abbiano in qualche modo avvicinato questi due mondi molto distanti tra loro. Tutto questo per dire che trovare una collocazione al bel sequel di Dragon Trainer all’interno della ormai numerosa filmografia della DW non è cosa facile, visto anche che la neonata saga di Sdentato è assieme a quelle di Shrek e Kung-fu Panda la più ghiotta e riuscita dello studio (siamo quindi dalle parti dei pochi film ispirati menzionati poco fa). Lontana è la voglia di stordire lo spettatore con un’animazione frenetica e sbilenca (quindi, per quanto nella locandina venga menzionato, abbandoniamo la schizofrenia di Madagascar), come lontana è la scarsa inventiva di alcuni film precedenti usciti ad hoc per soddisfare i più piccini (come Le 5 Leggende). Dragon Trainer 2 si accomoda nell’élite dei migliori cartoon prodotti dalla ditta perché va oltre l’elementare riproposizione, proponendosi di sfidare la Pixar sul suo stesso terreno: la creazione di personaggi visivamente e caratterialmente memorabili animati in modo puntiglioso. Non si chiede a questo cartoon la perfezione, quanto piuttosto un segno della competitività della casa che non tarda ad arrivare.
Capace di mettere d’accordo grandi e piccoli, How To Train Your Dragon 2 si distingue in un mare di film d’animazione mediocri per la sua capacità di intrattenere e -in qualche momento- anche di stupire. Animato con un nuovo software, il cartoon lascia trasparire nuove prodezze digitali (un passo avanti enorme viene fatto nel ricreare l’acqua) lasciando intuire allo spettatore alcune fonti di ispirazione cronologicamente non lontane. Le ambientazioni infatti ricordano Avatar, con alcuni inserti che citano Hayao Miyazaki -il gigantesco drago Alpha è placido quanto Totoro- il tutto ovviamente supportato da un ritmo ben più agile rispetto a quello delle opere del maestro nipponico. Se la DreamWorks nei prossimi anni riuscirà a mantenere alto il livello delle sue saghe migliori, rinunciando ad un po’ di quantità (aspetto sul quale Katzenberg sembra rimanere piuttosto ancorato) per ottenere maggiore qualità, forse finalmente assisteremo a grandissimi film.
Potremmo chiudere con una constatazione: lo Smaug di Jackson è particolareggiato, tenebroso ed intelligente; ma Sdentato vi rimarrà forse più impresso nella sua irresistibile peculiarità di ammiccarsi il pubblico con un sorriso.
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È da molto che non vedo un film di animazione e sinceramente sono un po nostalgico del buon vecchio “2D” (capisci cosa intendo). Non credo ci siano più film che impiegano quel tipo di animazione ed è un peccato secondo me. Il crollo di quel “genere” è stato definitivo dopo il flop al botteghino de “Il pianeta del tesoro” che resta uno dei miei film d’animazione preferiti. Solo ascoltando “ci sono anch’io” cantata dal buon vecchio Max Pezzali mi viene nostalgia…. ma sto divagando. In realtà non credo c’entri molto il mio commento col film, ma non avendolo visto non posso esprimere giudizi. Ho avuto solo un momento fi nostalgia.. bella recensione comunque!
Grazie! Se sei interessato all’animazione in 2D e vuoi assistere ad un’opera assolutamente fuori dal comune ti posso consigliare “Valzer Con Bashir” di Ari Folman (probabilmente scriverò una recensione a breve). Comunque anche io amo le due dimensioni e i film di Disney con tecnica classica (i miei preferiti sono “Tarzan” e “Il Re Leone”). Ma dubito che gli studios abbiano la nostra stessa nostalgia, vista anche la “sovrattassa” che siamo costretti a pagare per il biglietto 3D…
Non sei il primo che mi consiglia Valzer con Bashir… lo vedrò
Wow, sto lì lì per pubblicare il mio post su questo film, che mi ritrovo a leggere il tuo. Beh, sono pienamente d’accordo con te. L’ho trovato veramente ben fatto e coinvolgente nella storia. Sicuramente da non perdere.
Si, mi è piaciuto. Un gran bel sequel, e mi sono anche emozionato in sala!
Ciao Ivan. ottima recensione ma …. NON TOCCATEMI le 5 leggende! Sono andato a vederlo al cinema 2 volte e mi ha sempre stupito e commosso!
Questo mi manca, lo vedrò volentieri! 🙂
Io con Le 5 Leggende ho faticato ad arrivare alla fine del film ma i gusti sono gusti! 😉