★★★★☆
The Descendants è intelligente, perché in un contesto esotico e unico come le Hawaii parla di cose che succedono a tutti |
“I miei amici sul continente credono che solo perché abito alle Hawaii, io viva in paradiso. Come fossi in una vacanza permanente, pensano che qui passiamo il tempo a bere mai tai, a ballare l’hula hula e fare surf. Ma sono pazzi. Credono che siamo immuni alla vita. Come possono pensare che le nostre famiglie abbiano meno problemi? Che i nostri cancri siano meno mortali? I nostri drammi meno dolorosi? Sono quindici anni che non salgo su una tavola da surf. Negli ultimi ventitré giorni ho vissuto in un paradiso fatto di flebo, sacche di urina e tubi endotracheali. Il paradiso? Il paradiso può andare a farsi fottere”.
Forse il titolo italiano Paradiso Amaro sembra con quel suo insito ossimoro dire qualcosa di più profondo rispetto all’originale The Descendants, propriamente i discendenti. In realtà, il sottile titolo originale del film di Alexander Payne anticipa non senza una pluralità di significati alcuni dei temi trattati nel film. Innanzitutto i discendenti sono le due figlie del protagonista Matt King (George Clooney), Alexandra (Shailene Woodley) ed Elizabeth, giovani alle prese con una prova difficile che le vedrà molto presto costrette a vivere sole con il loro padre. Ma i discendenti sono anche i cugini e i parenti di Matt, che con lui hanno ereditato il paradiso hawaiano (o meglio una parte di esso) e che devono ora decidere come amministrarlo. Infine i descendants potrebbero essere i rimasti, amici e parenti, che devono far fronte ad un lutto doloroso. E tra questi potremmo esserci anche noi, perché come in ogni suo film Alexander Payne si concentra su cose che capitano a tutti. Ecco che allora fin dal titolo, Paradiso Amaro, come lo chiamiamo noi, vive su un piano più alto delle centinaia di commedie che girano nelle sale.
Alexander Payne è un regista che dietro ad una messinscena lineare e spesso ingannevole nasconde alcuni spunti che colpiscono i più attenti. Questo perché alcune pillole di saggezza emergono senza nessun preavviso (“Una famiglia è proprio come un arcipelago, isole che sono parte di un tutt’uno, benché separate e sole e sempre alla deriva, che lentamente si allontanano…”), per poi venire incanalate nella vita dolorosamente quotidiana e realistica di uomini e donne che nella propria partita contro la vita hanno perso. E tutti, in un modo o nell’altro, sono destinati a perdere qualcosa. Sì: non stiamo parlando di Jerry Maguire. In un paradiso che, invece che venire accolto, può andare “a farsi fottere”, Clooney è un hawaiano dallo stile di vita diverso del nostro ma turbato dai nostri stessi timori. Tradimenti, educazione dei figli, morte, aspettative, lavoro: Payne è intelligente nel dare la giusta proporzione ad ogni problema in un film che nella sua lentezza si legge da un numero ampio di prospettive, riuscendo a non rendere sentimentale o mieloso un film potenzialmente svenevole. L’esito finale è al contrario di ciò che alcuni pensano un film originale che, in maniera lineare e senza lasciare spazio a sequenze indimenticabili o magistrali, riesce a fare la cosa più difficile nei casi come questo: rimanere impresso.
A voi è piaciuto il film? Aggiungete un commento!
A me il film è piaciuto tantissimo e mi sono riconosciuto anche nella tua recensione, bravo!
Non sono i luoghi a fare di per se un paradiso, ma il nostro punto di vista, in qualunque luogo possiamo trovarci … certo in mezzo ad una guerra difficilmente potremmo sentirci in paradiso, ma diciamo che il semplice “luogo” non è di per se sufficiente ….
Ho visto il film tempo fa e ne ho un ricordo sbiadito. GIà questo da solo suggerisce che non mi abbia entusiasmato…
Intendiamoci: il film è carino, scorrevole (nonostante le tematiche affrotnate) e gli attori mi sono piaciuti (scoprii la Woodley con questo film). Tuttavia non riuscì a “entrarmi dentro”, a toccare le corde delle mie emozioni con il giusto tatto e con la giusta decisione.
Insomma, bello ma un po’ piatto.
Io ne sono rimasto piacevolmente colpito. L’ho trovato un film ben fatto, ben diretto e ben interpretato.
Ho commentato sul mio blog….A me è piaciuto.
Un dramma della media borghesia a cui i nostrani e salottieri radical-chic guardano con interesse (e invidia).
Suona un po’ falso come film…
Scopro oggi il tuo blog e ti devo fare i miei complimenti, Paradiso amaro è un film a parer mio bello, che riesce a farsi guardare bene e con leggerezza, anche se i temi raccontati non lo sono.
Inoltre è in grado anche di trasmetteri qualcosa, il regisa è stato bravo a mescolare il tutto e a creare un prodotto leggero ma comunicativo.
Grazie dei complimenti! Ti comunico però che da diversi mesi mi sono trasferito all’indirizzo http://www.thecinemacompany.it! Passa a fare un giro se ti va! 🙂