RABBIT HOLE (2011)

ba6b2b4fd32ee276_Nicole_Rabbit_HoleFILM (di J.C.Mitchell)

RABBIT HOLE ————-

raIl rapporto con le gravi perdite è una tematica che il cinema ha sempre affrontato, dai melodrammi strappalacrime come La custode di mia sorella o dai fantascientifici Hereafter e Inception.

Delicato e posato, Rabbit hole ci parla con freschezza e sofferenza delle difficoltà che i genitori hanno di fronte alla perdita di un loro figlio. Pur affrontando una tematica piuttosto comune, il film non subisce l’influenza dei cliché del genere, cercando piuttosto di discostarsi dalle comuni rappresentazioni di belle famiglie sull’orlo del collasso: se non fosse per un filmino registrato su una videocamera (continuamente rivisto dal personaggio di Eckhart) che ci mostra il piccolo sull’altalena (il che rischia di far crollare l’intera costruzione narrativa del film ma che in realtà nasconde una sottigliezza) noi non saremmo stati in grado di associare un volto al nome del figlio.

Detto questo, il film ci presenta l’incidente del piccolo come un inequivocabile dato di fatto e i bei tempi passati mai riemergono per ovvi espedienti quali flashback, ricordi, incubi, visioni e immagini frammentate. Rabbit hole è un’opera che rimane sobria diretta con un certo stile da John Cameron Mitchell; le immagini dei titoli di testa sembrano scatti fotografici che progressivamente si animano e prendono vita a partire da sfondi dalle tinte accese, a ricordarci che il tempo interiore, la vita e il cuore dei due protagonisti si sono fermati con la morte del figlio. Il viaggio della coppia  (o se preferite la vita) continua anche dopo un evento tragico, con difficoltà, modi diversi di concepire il problema e strade diverse per trovare la soluzione. Ma la cerchia di personaggi si amplia e scopriamo quindi infiniti modi per elaborare il lutto, tra i quali crearsi una realtà alternativa o fumare erba.

Purtroppo talvolta la purezza e l’originalità scadono, offrendoci soltanto un resoconto commovente di un estratto di vita in cui i due cuori distrutti di un Aaaron Eckhart e di una Nicole Kidman impeccabili si allontanano, si studiano e si riappacificano poi in un finale che non lascia certezze.

Verdetto: 3/5

Reviewed by I.B.

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