Cosa dire di Westworld?

WESTWORLD (Jonathan Nolan)

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Considerazioni sparse sul pilot della serie con Anthony Hopkins e Ed Harris.

Dolores vive tutti i giorni la stessa vita: si sveglia, saluta il padre, fa le sue commissioni, ritorna a casa prima che cali la luce e i banditi entrino in azione. Senza averne sentore, lei e gli altri compaesani sono in realtà robot senzienti progettati e istruiti per divertire i turisti del futuro: miliardari che vogliono vivere una selvaggia e violenta esperienza in un paesino di frontiera ai tempi delle sparatorie nei saloon.

La nuova serie tv della HBO basata su un vecchio film degli anno ’70 si propone presumibilmente di candidarsi ad erede della fortunata avventura medievale di J.R.R. Martin, Il trono di spade. E infatti, facendo tesoro di quell’esperienza,WestWorld sembra riproporre gli elementi che garantirono il precedente successo, riducibili ad una violenza esplicita nei giochi di potere e una discreta dose di nudità (in proporzioni meno consistenti rispetto al passato, ma comunque presente).

Non è però Il trono di spade il principale punto d’appoggio alla serie, almeno a giudicare dal pilot. WestWorld riprende per l’ennesima volta spunto da tanto cinema di fantascienza, Blade Runner (e daje!) in primis. Insomma l’era immaginata da Dick non sembra finita, e così i vari personaggi della serie sembrano ridursi alla logica creatore-creatura, in, manco a dirlo, instabile equilibrio: 30 anni fa poteva funzionare, oggi la fiacchezza dell’assunto si avverte dal momento che il cinema sul punto ha detto tutto (A.I.). Poi arriva The Truman Show a dettare legge: stavolta però Ed Harris non è il creatore, ma un misterioso cowboy solitario deciso a giocare al di fuori del rapporto binario appena citato – e ci si augura possa rappresentare un filo narrativo avvincente…(continua sul nuovo sito)

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