Il pericolo di fallire era reale; il fallire è stata una scelta |
Che l’ultimo film di M.Night Shyamalan, After earth, non sarebbe stato un capolavoro ce lo si poteva anche aspettare, ma che sarebbe arrivato a tradire così platealmente le aspettative di un pubblico che chiedeva soltanto un paio d’ore di svago, questo no. Eppure il soggetto di Will Smith non ha il benché minimo spunto di originalità, risultando ridondante e noioso per tutta la durata del film. Sotto l’aspetto contenutistico risulta ormai talmente affermata la dinamica per cui l’uomo si ritroverà a lasciare il pianeta Terra in un futuro lontano che quasi ci viene scontato mettere in risalto altri punti di debolezza della sceneggiatura rispetto a quelli riguardanti la fabula vera e propria (quindi non vale la pena di soffermarsi più di qualche riga sugli esiti scontati della trama): i dialoghi, laddove ce ne sono, risultano ridondanti, melensi, approssimativi; le idee latitano, gli espedienti non sono infiniti e lo capiamo ben presto. E a completare il quadro ci si mette pure Shyamalan dirigendo svogliatamente il film, tanto quanto Will Smith lo rovina recitando in maniera del tutto apatica la parte di un padre eroico e severo uscito direttamente da un film di Spielberg (e Spielberg ci perdoni un tale, umiliante riferimento). Stendiamo un velo pietoso sulla prova del figlio Jaden, che sembra essere entrato nello star system non certo per talento personale…e chi ha orecchio intenda.
Ma se After earth aveva il proprio asso nella manica negli effetti speciali, da sempre utilizzati (in maniera più o meno sapiente) per supplire alle lacune dei kolossal, qui possiamo dire di essere ormai giunti oltre il punto di non ritorno: l’atterraggio sulla Terra viene reso male, senza tensione o suspense, tanto che vien da chiedersi perché il film sia stato distribuito nelle sale anche in IMAX, visto che oltre a qualche spiacevole invenzione nei costumi e nell’arredamento degli interni futuristici, il film regala solo melense panoramiche di una foresta tropicale (o boreale, viste le temperature notturne?) e un volo nello spazio che se comparato alla profondità di campo che vantano film come Gravity risulta ridicolo. Inoltre, particolari non secondari, le meraviglie del creato sembrano una bruttissima copia delle creature del pianeta Pandora di James Cameron e il mostro del duello finale è talmente spiccicato alla creatura del meraviglioso Super 8 che subito si pensa ad un plagio senza ritegno.
Un’ultima riflessione: il 2013 è stato in tutto e per tutto l’anno della fantascienza, con titoli in uscita del calibro di Oblivion, Elysium, Gravity. After earth è, suo malgrado, il peggiore di un’annata che nel complesso ha regalato emozioni.
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★☆☆☆☆