SUPER 8 – LA RECENSIONE ★★★★☆

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Un omaggio al talento di Spielberg da parte del talento di Abrams |

super_8_poster4Si sapeva gia in partenza che l’omaggio del talentuoso J.J. Abrams, uno che è cresciuto a pane e guerre stellari, ai passati film del suo qui mentore Steven Spielberg non avrebbe mai potuto avere il sapore della novità. Abrams è ancora affascinato dal cinema di cui si è innamorato durante la sua infanzia, quello degli anni ’80, e vorrebbe mantenerne inalterate le premesse. Vi è inoltre la contemporanea consapevolezza che le nuove generazioni potrebbero non aver ancora visto (e forse non li vedranno mai) i suoi modelli ispiratori. Per questi semplici motivi la magia che ci presenta con il suo piccolo film post-Star Trek è ancora intatta e fruibile, come allora, come se le lancette che scandiscono lo scorrere delle epoche cinematografiche si fossero fermate tanto tempo fa, quando artificiosi accorgimenti funzionavano quanto i moderni effetti digitali.

Nel sistema degli studios instancabilmente alla ricerca di nuovi “giocattoli” con cui stupire il pubblico l’avidità di Abrams ha quindi optato per individuare degli elementi di interesse ancora sfruttabili nei vecchi film e ce ne ha restituito, dopo una minuziosa rielaborazione, un gioiellino che ha il sapore della rilettura intelligente. C’è tutta la storia cinematografica di Steven Spielberg dietro a Super 8, dal finale alla ET  fino a minimi particolari come il pullman distrutto al modo di Jurassic Park 2. Persino gli spunti tematici quali il rapporto con i padri e la superiorità dell’infanzia sull’indifferenza del mondo adulto vengono trattati come accadeva in gran parte della filmografia di Spielberg. Eppure il vero omaggio è il non visto in stile Lo squalo: funziona a meraviglia e più di ogni altra cosa, dimostrando quanto efficace possa essere ancora oggi l’attesa di un momento rivelatore (vedere in questo caso di che mostro si tratta). Abrams ha del talento anche nella cura estetica e per preannunciare la presenza aliena ha pensato bene di riempire molti fotogrammi dell’opera con riflessi bluastri che tagliassero bruscamente lo schermo, attaccando l’occhio (espediente largamente usato dal regista anche nei suoi Star Trek). E quando l’alieno appare davvero… L’ibrido di Abrams è una tarantola mista ad una cavalletta, ma con un’anima umana che pochi sono in grado di comprendere veramente e la cui allegoria è al tempo stesso complessa e intuibile. Tempi passati, quelli in cui l’Altro era il buono (negli ultimi tempi il mostro funge quasi sempre da causa scatenante un insensato baccano in metropoli affollate), ma con Abrams almeno fanno capolino all’orizzonte per un ultimo saluto, prima della loro forse definitiva dipartita.

Super 8 è anche un’esplicita dichiarazione d’amore verso il cinema d’intrattenimento e omaggia tutte quelle pellicole che, costruite con affetto e costanza ed elaborate da persone unite da un obiettivo comune ma decise soprattutto a divertirsi, rispecchiano la gioia di fare film.

E a voi è piaciuto il film? Aggiungete un commento!

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